massimo c. - counselor - attore - hrm manager 

in che misura e con quale profondità interviene un counselor ?

Affiancare un counselor ai propri collaboratori non significa mettere alle loro calcagna un investigatore privato.
L'obiettivo del counselor e quello della Direzione non è certo quello di venire a scoprire segreti e lati nascosti della personalità dei propri collaboratori, quanto piuttosto muoversi con atteggiamento "neutro", alla pari, evitando di prendere posizioni predeterminate ed esprimere giudizi preconfezionati, offrendo un'importante occasione dove poter essere ascoltati e rispettati, nei modi e nei tempi scelti, e coadiuvati a realizzare progetti importanti per se stessi e la propria professionalità.
In azienda si può essere portati a mostrare solo alcuni aspetti di se stessi, in genere quelli idonei a creare consenso.
Spesso prevale una competizione con colleghi e si tende a tenere troppo in considerazione le attese dei superiori, sentendosi condizionati e poco liberi. Il counselor aiuta il cliente ad individuare le ragioni che lo spingono ad avere un atteggiamento a mostrarsi così com’è e lo aiutano a  conciliare il bisogno di stima e successo con il rispetto di sé e degli altri.

quanto è giusto intervenire nella vita dei propri collaboratori?

si ricorre ad counselor solo quando "qualcosa non va"?


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